(di Fiamingo Alessandro) Le tecniche di indagine applicate all’arte sono numerose e nell’ambito specifico della cartamoneta tali tecniche rappresentano una risorsa preziosa per ogni studioso e collezionista.Questo articolo vuole presentare alcune nozioni di base che, partendo dalle diverse tecniche fotografiche, saranno poi approfondite attraverso una descrizione delle strumentazioni scientifiche. Con l’avanzare delle tecnologie e delle capacità dei falsari di creare copie pressoché perfette, è nata la necessità di sviluppare tecniche sempre più sensibili, in grado di operare un discernimento tra la materia originale e quella riprodotta. Scienziati e studiosi hanno perciò avviato un percorso di ricerca sfruttando e sviluppando le indagini non distruttive per identificare i materiali, per tecniche non distruttive si intendono tutti quegli esami che non alterino i materiali e non causino danneggiamenti di alcun genere all’oggetto di analisi. Alcuni di questi metodi permettono di distinguere tra copie, riproduzioni (anche solo parziali, come i timbri a secco postumi) e zone restaurate, di mappare coloranti e rilevare pigmenti sbiaditi. La fotografia tecnica (technical photography, o TP) è la base per ottenere le prime indicazioni sull’autenticità, ma è anche utile perché ci fornisce una documentazione degli oggetti presi in esame, ovvero di cartamoneta in questa specifica sede, e consente di avere memoria delle specifiche caratteristiche e peculiarità. Le indagini multispettrali si avvalgono della luce ultravioletta e infrarossa per rivelare scritte o timbri illeggibili, interventi di riparazione e fenomeni di degrado. Infine, le tecniche spettroscopiche come l’FT-IR, il Raman e l’XRF permettono di risalire alla composizione chimica di carte, inchiostri, pigmenti. Per ogni tecnica sono presentati alcuni casi applicati allo studio della filatelia e numismatica.(Segue) 

Questo articolo è interamente pubblicato su”AIC Magazine” Anno V – N.9

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