(di Stefano Poddi) Il bitcoin e’ una criptovaluta, non e’ l’unica, e’ solo la più famosa, ci sono anche l’ethereum, il litecoin, il monero, il ripple, ecc.
Ma cosa e’ una criptovaluta?
Criptovaluta e’ una parola composta, ossi quel tipo parole formate dall’unione di due o più parole o parti di parole, in questo caso da “cripto” e “valuta”: cripto che significa “nascosto”, “coperto” o “simulato”, come di chi, pur non rivelandolo esplicitamente, lo è in sostanza e valuta uno strumento di scambio con cui e’ possibile acquisire beni e servizi.
Le criptovalute sono l’investimento del momento, molti trader in tutto il mondo comprano bitcoin, scommettendo su consistente rialzo del suo valore, che possa riuscire ad emulare il trend degli ultimi 12 mesi, cioe’ un aumento del suo valore di oltre il 700%.
Le criptovalute sono delle monete virtuali, che non esistono “fisicamente”, quindi non sono mai state coniate su un supporto fisico, sia esso metallico o cartaceo, come avviene per tutte le altre valute esistenti al mondo.
Tali monete virtuali esistono solo dal punto di vista informatico, sono gestite da un sistema crittografico chiamato Blockchain e da un sistema peer-to-peer, in sostanza sono gli stessi proprietari dei bitcoin a mettere in comune il loro hardware, dando luogo cosi alla possibilita’ di creare una rete sufficientemente potente da far funzionare tutto il “Sistema Bitcoin”.Il valore di un singolo bitcoin non viene fissato da alcuna istituzione o ente, esso e’ il frutto esclusivamente delle intermediazioni che hanno luogo sul mercato, maggiore e’ la richiesta di questa valuta, più alto sara’ il suo valore.
Perché le criptovalute sono così interessanti?
Al momento della nascita, nel 2009, un bitcoin valeva pochissimo, qualche millesimo di dollaro, all’ inizio 2017 un bitcoin valeva circa 1.000 dollari, oggi la stessa moneta vale circa 7.000 dollari,
Per acquistare i bitcoin ci si può rivolgere ad alcuni siti che si occupano del cambio delle valute, sono Exchange autorizzati, presso i quali è necessario aprire un account, versare dei fondi (il versamento viene eseguito tramite bonifico che consente di conservare traccia della transazione) e poi richiedere l’acquisto della moneta desiderata, che verrà conservata dal sito in una sorta di portafoglio elettronico a nome dell’acquirente.
Nonostante la sua natura squisitamente virtuale, il bitcoin e’ riuscito a far rivivere l’eterna illusione di un repentino arricchimento, frutto di una finanza fiabesca e leggendaria, che si rivelerà per quello che e’: una trappola, una bolla speculativa che prima o poi si sgonfierà, come i fatti e la storia ci hanno insegnato, ma che l’avidità umana e’ riuscita a celare agli occhi di chi ha in realta’ sta inseguendo una chimera.
L’epopea del “bitcoin” rende perfettamente esplicita quella che e’ la crisi del nostro tempo, che non e’ economica o finanziaria come spesso si tende a sostenere, ma una crisi segnatamente antropologica.
La “auri sacra fames”, come la definisce Virgilio nell’Eneide, riferendosi all’episodio di Polimestore, il quale uccide Polidoro il figlio di Priamo, per impossessarsi dei suoi tesori, spinge l’uomo alle azioni più scellerate per il suo egoismo e la sua illimitata avidità di ricchezze.
Il fenomeno bitcoin affonda le sue radici nella speculazione finanziaria che non da ora si e’ affidata alla tecnica e alla razionalità, attribuendo ad esse un valore di verita’ assolute che non hanno, accantonando l’emozionalità in quanto “dimensione non misurabile”.
La razionalità applicata all’economia ha forzato questa disciplina verso una mutazione genetica da scienza sociale verso una scienza pseudo-esatta.
Una razionalità dotata di un’aurea metafisica ma priva di fondamento scientifico e completamente scollegata con il mondo emozionale.
Emozionalità dell’uomo che accantonata come strumento di studio e di previsione della speculazione finanziaria, rientra impetuosamente in gioco sulle ali delle bolle finanziarie gonfiate dall’illimitata avidità umana.
Quando Richard Nixon, a Camp David nel 1971, dichiaro’ la fine della convertibilità del dollaro in oro, mettendo fine agli accordi di Bretton Woods del 1944, di fatto disancoro’ la valuta di riferimento dal mondo reale, dando inizio ad una serie di turbolenze dei mercati e all’era della finanza leggendaria, portatrice dei mercati pseudo-razionali.
La cartamoneta senza un controvalore reale e’ diventa “liquida”, e tutti gli strumenti della finanza che si fondano su un valore monetario flessibile risultano relativamente significativi.
Per risolvere la crisi antropologica che e’ il dramma che caratterizza i nostri tempi occorrerebbe ricondurre l’economia e la finanza al ruolo di mezzi, riassegnando all’uomo la propria dignità di fine, in modo che possa orientare la propria vita verso i suoi ideali e le sue speranze.