(di Franca Maria Vanni)
Negli anni immediatamente precedenti l’istituzione del Regno d’Italia gli enti relativi al credito presenti nel Granducato si possono classificare in tre categorie: banchieri, ovvero privati svolgenti operazioni finanziarie, casse di sconto, create generalmente su iniziativa governativa e banche di circolazione e sconto dedite al credito e con diritto di emissione.
Accanto a questi enti la cui attività era rivolta specificatamente all’ambito bancario, esistevano altre istituzioni che insieme operazioni tipicamente commerciali svolgevano anche mansioni bancarie.
Una di queste era la banca D. P. Adami e C.i di Livorno. La lettura del suo atto costitutivo, del quale più avanti è riportata la trascrizione integrale, consente di conoscere quale fosse stata la sua struttura, i campi di attività, il numero ed i tagli dei buoni di cassa che questa istituzione aveva stabilito di emettere rispetto a quelli che oggi conosciamo.
Il 10 febbraio 1859 David ed il figlio Pietro Augusto, mandatari di quaranta sottoscrittori costituirono davanti al notaio Stefano Spagna una società in accomandita per azioni con sede a Livorno.
La società creata nel 1859 era la trasformazione di un precedente organismo fondato da David Adami nel 1839 del quale, un anno più tardi divenne socio anche il figlio Pietro Augusto.
La società del 1839 aveva un fondo speciale di lire fiorentine 220.000 delle quali 70.000 erano state versate dal gerente e responsabile David Adami, 70.000 da ciascuno dei soci accomandatari, Campostano e i fratelli Giraudini, e 40.000 da ognuno degli altri due soci, i fratelli Pappudof e i Ricci. La somma raccolta fu divisa in 22 azioni da lire 1.000 che furono ampiamente sottoscritte.
Col passare del tempo la durata della società venne più volte prorogata per l’aumento del numero degli azionisti, tra i quali il principe Antonio Bonaparte, cosicché il capitale sociale raggiunse la cifra di 1.000.000 di lire fiorentine.  Nel 1857 la società, con apposito atto, venne prorogata fino al 1861 ma, per motivazioni che non è dato conoscere, essa venne posta in liquidazione e stralcio nel 1859, cioè due anni prima della scadenza, e il 10 febbraio di questo stesso anno fu istituita la società in accomandita per azioni David Pietro Augusto Adami e C. della durata di dodici anni. Secondo l’atto di costituzione i soci si distinguevano in soci accomandanti, esclusi dall’amministrazione e con responsabilità limitata al valore delle azioni possedute da ciascuno di essi, e soci accomandatari, ovvero i gerenti, amministratori di diritto e personalmente responsabili.
Dieci giorni più tardi, il 21 febbraio 1859, venne diffusa una circolare a stampa nella quale si rendeva nota la costituzione della nuova società, precisando che sarebbe entrata in attività il 1 marzo 1859, con l’invito a riporre nel nuovo organismo la stessa fiducia accordata fino ad allora… (Segue)

Questo articolo è stato pubblicato interamente su”AIC Magazine” Anno V  – N.10 – (2022/II).

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