(di Gustavo Cavallini) Il 5 giugno del 1944, dopo la liberazione di Roma, Vittorio Emanuele III si ritirava a vita privata, nominando il figlio Umberto II di Savoia Luogotenente generale del Regno in base agli accordi della Svolta di Salerno (aprile 1944).
“Svolta di Salerno” è l’espressione con cui viene definita la scelta politica compiuta da Palmiro Togliatti dopo il suo ritorno in Italia dall’ Unione Sovietica.
Il leader comunista annunciò che il suo partito era disposto ad accantonare la questione monarchica e a partecipare, con le altre forze politiche antifasciste, a un governo presieduto dal maresciallo Badoglio.
Grazie alla mediazione svolta dall’ Avvocato Enrico De Nicola, fu trovato un compromesso: Vittorio Emanuele III avrebbe trasferito i suoi poteri al figlio Umberto e dopo la fine del conflitto, insieme alle varie forze politiche che formavano il Comitato di Liberazione Nazionale, si sarebbe preso una decisione sulla questione costituzionale, che venne di fatto risolta dopo la fine del conflitto con il Referendum del 2 giugno del 1946…
L’articolo continua su “AIC Magazine” Anno I, Numero 2