AIC Magazine N.5
EDITORIALE
Il Journal of Hospital Infection, ha scritto recentemente che il nuovo Coronavirus o Covid 19 può resistere sui soldi di carta fino a nove giorni, inoltre da tempo circolano ipotesi sempre più insistenti di una drastica riduzione dei pagamenti cash, che verrebbero gravati da un aggio, per arrivare poi al definitivo no-cash, per contrastare le transazioni illecite e non tracciate, usate per tutti i tipi di traffici illegali: droga, prostituzione, scommesse clandestine, ecc.
Per altro anche i costi per l’utilizzo del contante sono molto maggiori di quelli delle carte di credito o di debito; in un recente report della Banca d’Italia del marzo 2020: “Tematiche Istituzionali – Il costo degli strumenti di pagamento”, risulta che i costi netti complessivi (rilevamento del 2016), per l’impiego del contante erano di 7,4 miliardi di euro, mentre quelli per le carte di debito corrispondevano a 850 milioni di euro e per le carte di debito a 1,08 miliardi di euro.
Alla luce di quanto sovraesposto possiamo immaginare il nostro futuro senza banconote, non ci saranno nuove emissioni e nuove banconote, che sono l’oggetto della nostra collezione, passione, attività ecc.
Noi rimarremo ad appassionarci e a studiare le banconote uscite dalla circolazione, passate dal valore di scambio a quello non solo simbolico e immateriale del reperto numismatico.
Del resto già con l’emissione dell’euro come moneta comune europea, del 1 gennaio 2002, che pure ha avuto il merito di agevolare gli scambi commerciali all’interno della cosiddetta Zona euro, e di rafforzare la divisa comune europea; si era persa quella fenomenale varietà delle banconote europee.
Queste sono le naturali evoluzioni delle società, si cambiano gli strumenti e i mezzi con i quali si effettuano le attività sociali, che rimangono sostanzialmente le stesse.
Per quanto riguarda il numero 5 “AIC Magazine”, che abbiamo completato con alcune difficoltà dovute alla pandemia, iniziamo con una novità internazionale che è quella dell’apertura del primo museo di cartamoneta in India.
L’apertura di un museo è sempre una notizia positiva per la diffusione della cultura, per l’argomento trattato lo è ancor di più, perché la cartamoneta è un settore di nicchia, e per il luogo dove nasce il museo, l’India, che la dice lunga circa i nuovi assetti geopolitici ed economici del mondo.
Segue un articolo sulle varianti, che per un profano potrebbero sembrare degli errori di stampa o di taglio della banconota, ma che in realtà per i collezionisti specializzati in questo settore, sono delle varianti della banconota originale e come tali molto ricercati.
Prosegue la nostra serie di articoli sui sistemi di stampa, in questo numero viene analizzata nel dettaglio, tramite esempi e modalità, la litografia.
A seguire la narrazione delle vicende della famiglia Giori, che ha gestito una delle più grandi stamperie mondiali di banconote, nata a Milano.
Nell’articolo successivo ci aspetta una interessante immersione nel mondo dei notgeld, che illustrano alcuni eventi singolari del luogo dove vengono stampati.
L’ultimo articolo riguarda una rara e interessante banconota da 20 lire del 1866 emessa della Banca Nazionale Toscana e della sua falsificazione d’epoca.
AIC Magazine 5
Sommario
Stefano Poddi | Il primo museo di cartamoneta in India |
Gustavo Cavallini | Quell’oggetto del desiderio chiamato variante |
Luigi Landolfi | La tecnica della stampa litografica |
Renato Manfredi | Una storia milanese di banconote |
Franca Maria Vanni | Un notgeld da 250 milioni di marchi |
Stefano Poddi | Banca Nazionale Toscana, un 20 lire molto particolare |